Odoevskij, Vladimir
pensatore e scrittore russo (Mosca 1803-1869). È tra i più importanti rappresentanti della scuola romantica russa. Forte fu in lui l'influsso di Schelling, al cui pensiero restò fedele per tutta la vita. Contrapponendo alla stanca cultura europea la vitalità dello spirito russo, Odoevskij precorse col proprio pensiero le dottrine degli slavofili. Scrisse i primi racconti (raccolti poi in Le favole variopinte, 1833) sotto l'influsso del romanticismo tedesco e in particolare di Hoffmann. A essi seguirono molti racconti moralistici, psicologici e satirici, tra cui La principessa Mimi (1834) e La principessa Zizi (1839). La sua opera più ambiziosa è Le notti russe (1814), libro di racconti filosofici il cui filo conduttore sono le conversazioni di un Faust russo e di due giovanotti, di opposte tendenze, sull'inadeguatezza della scienza a sciogliere gli enigmi dell'universo senza il soccorso della metafisica. Odoevskij può essere considerato precursore della narrativa utopistica sociale per il romanzo L'anno 4338 (postumo, 1926).