Odino
il sovrano degli dei nella religione degli antichi Germani. Pur essendo questa la sua collocazione nell'olimpo germanico, i Romani non interpretarono Odino come il loro Giove, ma piuttosto come il loro Mercurio: evidentemente la sovranità derivava a Odino da caratteristiche diverse da quelle che in Roma facevano di Giove il dio sovrano. In questa differenza di caratteristiche, concernendo esse una concezione così importante come la sovranità divina, si scorge, per tratti basilari, la differenza d'impostazione che corre tra la cultura romana e quella germanica. Il nome del dio germanico, Odin o Wodan (presso i Germani meridionali) risale alla stessa radice del tedesco Wut (furore) e un cronista medievale dice espressamente che Wodan equivale a “Furore”. Si tratta, innanzitutto, del furore bellico: Odino era il dio dei guerrieri estatici germanici, noti col nome di berserkir, che formavano società cultuali e agivano travestiti da animali. La “bellicosità” di Odino non si fonda sulla forza ma sulle sue capacità magiche. Egli regna su una zona “oscura” o “tenebrosa” (è anche il dio dei morti in battaglia). Nel mito appare come uno “straniero”, un dio del “di fuori” (e per questo i Romani lo identificarono con Mercurio). È inoltre “guercio” (come a dire che la sua “luminosità” è dimezzata), ma è proprio questa mutilazione che gli dà la potenza magica: egli l'ha acquisita perdendo un occhio quando rimase nove giorni e nove notti impiccato a un albero. Questa potenza magica è di carattere soprattutto estatico: il “furore” di Odino non è soltanto bellico, ma comprende anche l'estasi dei poeti (“vate” risale alla stessa radice di Wodan): egli è tanto il dio dei guerrieri (vichinghi) quanto dei poeti (scaldi). L'estasi può essere indotta anche dalla bevanda inebriante, il met, che egli procura agli dei: ed è questa bevanda che assicura l'immortalità, o in altri termini la condizione divina. Il culto di Odino acquistò importanza nel tempo, parallelamente all'acquisizione di una coscienza nazionale germanica, in opposizione alla cultura romana.