Nambikwara

popolazione dell'America Meridionale parlante una lingua propria della famiglia gê-pano-caribe, con alcune affinità con il chibcha; un tempo assai numerosi (oltre 40.000 individui) erano stanziati in una vasta area tra l'alto corso del Rio Jaruma e la Sierra dos Parecis; oggi sono ridotti a poco più di 1500 individui confinati negli altopiani a Sud della confluenza fra il Rio Barao de Melgaço e il Rio Urupà (Brasile occidentale). I Nambikwara sono uno dei più interessanti gruppi arcaici del subcontinente. Antropologicamente presentano i caratteri del tipo fisico lagide parzialmente ibridato con quello amazzonide; sono organizzati in piccole bande di grandi famiglie matrilineari che nomadizzano secondo itinerari ben delineati. In origine pescatori e raccoglitori, durante la stagione delle piogge gli uomini coltivano, in campi temporanei, manioca, mais, fagioli, zucca e anche tabacco e cotone, pratiche agricole acquisite in tempi recenti dalle genti vicine. Con il cotone tessono cinture, collane, braccialetti e fasce, diffusi anche gli intrecci fatti con piume e strisce di pelle nonché la pittura corporale col succo rosso dell'urucù e i piattelli labiali e auricolari (il nome Nambikwara, dato loro dai Tupí significa “lunghe orecchie”); gli uomini portano bastoncini di legno od osso inseriti nel setto nasale. Le abitazioni sono temporanee: ripari di frasche e capanne ad alveare o cilindriche fatte con ramaglie nella stagione delle piogge; non usano amache ma dormono sulla terra (per tale motivo i Paressí li chiamano Uaikoakore: “quelli che dormono per terra”); usano l'arco con frecce avvelenate, asce e coltelli di pietra, oggi anche di metallo, e una grossolana ceramica a volte decorata. Animisti, credono nella reincarnazione delle anime (solo dei maschi), nei giaguari e in un Essere supremo identificato con il tuono; quando un componente la famiglia muore i suoi beni vengono bruciati e l'insediamento viene subito abbandonato; notevole importanza hanno gli sciamani, cui è concessa la poliginia e che sono anche guaritori capaci di utilizzare con efficacia vari medicamenti vegetali. Interessante e ricco il loro patrimonio di letteratura orale, il cui studio è stato iniziato solo in tempi recenti.