NAFTA
sigla di North American Free Trade Agreement, accordo di libero scambio, sottoscritto nel dicembre 1992 e in vigore dal gennaio 1994. Il NAFTA riunisce Canada, Stati Uniti e Messico nella prospettiva della costituzione di un mercato unico, mediante la progressiva eliminazione dei vincoli esistenti al movimento dei capitali e l'abbattimento delle tariffe doganali entro il 2008. Si tratta, formalmente, dell'estensione di un precedente accordo (FTA) che riuniva dal 1989 Canada e Stati Uniti e che prevedeva la completa liberalizzazione, eccetto in pochi casi, dei prodotti agricoli. I primi anni di attività della nuova organizzazione non sono stati contrassegnati da progressi particolarmente positivi: neanche un anno dopo l'entrata in vigore dell'accordo, fra l'altro, il Messico ha attraversato una crisi finanziaria gravissima e che è stata imputata in buona parte agli aggiustamenti resi necessari dall'applicazione dell'accordo. Fra i problemi principali emersi durante la realizzazione del mercato unico nordamericano ci sono l'aggravarsi almeno temporaneo delle condizioni occupazionali nel Canada, il fatto che un numero crescente di imprese ha preferito delocalizzare in Messico i propri cicli produttivi, il troppo modesto apporto messicano all'interscambio commerciale e, soprattutto, la brusca perdita di competitività dei prodotti cerealicoli messicani (non più sovvenzionati dal governo) a fronte dell'ingresso di quelli canadesi e statunitensi (a prezzi non più distorti dalle tariffe doganali). Ciò ha contribuito a un degrado delle condizioni socio-economiche delle regioni rurali messicane, una ulteriore spinta all'urbanizzazione e all'emigrazione clandestina negli Stati Uniti e l'insorgere di fenomeni di protesta sociale in alcune regioni (Chiapas) messicane.