Milìzia, Francésco
teorico e storico italiano dell'architettura (Oria, Brindisi, 1725-Roma 1798). Stabilitosi (dopo aver compiuto studi irregolari a Napoli) a Roma nel 1761, entrò in contatto con l'ambiente del neoclassicismo, dominato da Winckelmann e Mengs, e divenne uno dei più convinti assertori dell'estetica classicista in architettura. Nelle Vite dei più celebri architetti... (1768) e soprattutto nei Principi di architettura civile (1781), la polemica antibarocca e il richiamo al funzionalismo del Lodoli, su evidenti basi illuministe, sostengono la teoria neoclassica dell'antichità come modello di semplicità e armonia. Lo scritto Dell'arte del vedere nelle belle arti... (1781), direttamente ispirato alle teorie di Mengs, segna un estremo irrigidimento delle posizioni di Milizia in una sorta di rigorismo purista del concetto di “bello ideale”.