Menzini, Benedétto

poeta e letterato italiano (Firenze 1646-Roma 1704). Dopo l'ordinazione sacerdotale, insegnò lettere a Firenze e a Prato. Nel 1685 divenne membro dell'Accademia di Cristina di Svezia e fu socio dell'Arcadia, oltre che assistente di eloquenza all'Università di Roma. La sua importanza nella letteratura è legata soprattutto alla sua difesa dei classici e della tradizione in un momento storico in cui prevalevano le artificiose novità del barocco. Questo programma, preannunciato nelle Rime (1680), appare evidente nell'Arte poetica (1688), in terzine. La sua modesta produzione comprende inoltre il poema Il terrestre paradiso, 17 elegie, il romanzo pastorale L'Accademia Tusculana e 13 Satire pubblicate postume nel 1718.

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