Menghistu, Hailè Mariam
militare e uomo politico etiopico (Soddu 1939). Militare di carriera, tenente della 3a divisione ad Harar, fu tra i protagonisti del colpo di Stato che nel settembre 1974 rovesciò l'imperatore Hailè Selassiè I, e venne nominato vicepresidente del comitato militare di coordinamento (DERG) nel novembre dello stesso anno, divenendone presidente e assumendo la carica di capo dello Stato nel febbraio 1977, dopo l'eliminazione del generale Taferi Banti. Di formazione marxista, Menghistu strinse rapporti di collaborazione con l'URSS ricevendone massicci aiuti militari che gli consentirono di prevalere nella guerra con la Somalia (1977-78). Nel 1987 operò una sorta di normalizzazione del regime con una nuova Costituzione approvata con referendum e il Parlamento, eletto sulla base dell'unica lista del Partito dei lavoratori (WEB), lo confermò capo dello Stato. Ma l'opposizione armata al regime trovò sempre maggiori consensi e l'estremo tentativo di Menghistu di avviare un processo di democratizzazione (1990) si rivelò tardivo. Nel 1991 la guerriglia riuscì a cingere d'assedio Addis Abeba e il 25 maggio il dittatore fu costretto alla fuga. Successivamente accusato di genocidio dai nuovi dirigenti etiopici, Menghistu rimaneva al sicuro nello Zimbabwe. Nel 2008 la corte suprema etiope lo condannava a morte.