Marcióne
(greco Markíōn; latino Marcío-ōnis). Eretico (Sinope, Ponto, ca. 85-Roma ca. 160). Figlio del vescovo di Sinope, si trasferì a Roma nel 139, entrando a far parte della locale comunità cristiana, ma dal 144 venne in conflitto aperto con l'autorità ecclesiastica. La dottrina di Marcione, che per certi aspetti rivela delle affinità con lo gnosticismo, porta a conseguenze estreme l'opposizione tra Vangelo e legge, sfociando in un rigido antigiudaismo e nella concezione per cui l'Antico e il Nuovo Testamento rivelano due diverse divinità, l'una dispoticamente giusta e l'altra amorevole. A questa dottrina, sviluppata nell'opera Antitesi, andata perduta, si unisce un severo rigorismo etico. In base alle proprie idee, Marcione pubblicò altresì un Nuovo Testamento contenente soltanto il Vangelo di Luca e le lettere di Paolo (escluse le Pastorali). Il marcionismo, organizzatosi come Chiesa autonoma con un proprio episcopato, conobbe una rapida e larga diffusione, soprattutto in Oriente, riuscendo a sopravvivere, nonostante dure persecuzioni, sino al sec. V.