Mancini, Antònio
pittore italiano (Roma 1852-1930). Precocissimo allievo di D. Morelli a Napoli, si formò nell'ambito della scuola naturalistica; amico di V. Gemito, come lui si ispirò al pittoresco ambiente napoletano che rese con colori luminosi (Scugnizzo, Roma, collezione Mancini; Prevetariello, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte). I soggiorni a Parigi e a Londra, la malattia mentale che lo costrinse a far ritorno a Napoli nel 1879 e che lo afflisse fino al 1883, anno in cui, ormai famoso e ricercatissimo, si stabilì a Roma, non mutarono la sua tematica descrittivista, spesso esteriore e di maniera; ma con gli anni Mancini sviluppò uno stile più mosso, a sprazzi di luce, a macchie sfrangiate, a pennellate accese e violente che eliminano i contorni (I saltimbanchi, Acque basse, La corallaia), giungendo dopo il 1900 a originali impasti di colore steso a densi strati, a creste, a grumi, nel tentativo di superare i limiti del verismo ottocentesco. Vivaci e acuti i numerosi ritratti (La sorella, Milano, collezione privata; La signora Pantaleoni, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).