Macri, Mauricio
Ingegnere, politico, dirigente sportivo argentino, figlio di emigranti italiani (Tandil, 1959). Tra il 2015 e il 2019 è stato presidente dell’Argentina. Laureato in Ingegneria all’Università Cattolica argentina di Buenos Aires, ha iniziato a lavorare come analista nella SIDECO Americana, una società di costruzioni che faceva parte della holding Socma Group del padre. Nel 1985 diviene direttore di Socma Group, nel 1992 vicepresidente e nel 1994 presidente di Sevel, fabbrica argentina di automobili per conto di FIAT e Peugeot. Nell’agosto 1991 viene rapito da una banda di malviventi e rilasciato dopo due settimane a seguito del pagamento di un riscatto di sei milioni di pesos; dichiarerà in seguito che fu questo episodio a spingerlo verso la carriera politica. Tra il 1995 e il 2007 è presidente della squadra di calcio del Boca Juniors, che sotto la sua presidenza conquista diciassette titoli (undici internazionali) rendendolo il presidente più vincente nella storia del club. Nel 2003 fonda il partito di destra Impegno per il cambiamento, che dal 2005 fa parte della coalizione Proposta Repubblicana da lui guidata. Nel 2007 viene eletto capo del governo della città di Buenos Aires (riconfermato nel 2011) e avvia una politica di austerità e risanamento del bilancio. Nel 2015, candidato alle elezioni presidenziali, dopo il turno di ballottaggio viene eletto 57° Presidente dell’Argentina. La situazione economica ereditata dalle presidenze di Nestor Kirchner e Cristina de Kirchner è pesante e Macri cerca di restaurare le regole del mercato economico e finanziario e di non aumentare le tasse; non riesce però a impedire la recessione economica (nonostante il prestito di 57 miliardi di dollari erogato dal FMI). Nel 2016 il suo nome compare nello scandalo Panama Papers legato a due società offshore alle Bahamas. In politica estera, Macri è stato molto critico verso il presidente venezuelano Maduro. Ricandidatosi per un secondo mandato nel 2019, viene sconfitto al primo turno dal peronista Alberto Fernández.