Móricz, Zsigmond
narratore ungherese (Tiszacsécse 1879-Budapest 1942). Figlio di padre contadino, divenne il romanziere realista e naturalista degli ambienti dei villaggi e delle piccole città ungheresi, ma poi, trasferitosi nella capitale, prese a coltivare anche il romanzo sociale ambientato nella metropoli, il romanzo storico e la biografia romanzata. Fu anche condirettore della rivista Nyugat (Occidente) a fianco di Mihály Babits. Avendo compiuto gli studi nelle città di Debrecen, Sárospatak e Kisujszállás, a ognuna di queste tre città dedicò un romanzo: Sii bravo fino alla morte, I giovinastri, Bolle il vino. Il protagonista del primo romanzo, il piccolo ginnasiale Nyilas Misi, è diventato accanto all'eroe dei Ragazzi della via Pál di F. Molnár, Nemecsek Ernö, il ragazzo più popolare nella letteratura ungherese. La stesura della trilogia storica Transilvania richiese ben 15 anni: 1921-35. Nei personaggi dei due principi transilvani Báthory e Bethlen Móricz voleva delineare la via rivoluzionaria e quella riformistica nell'evoluzione politica. Non troppo distante per concezione è la biografia romanzata del bandito Sándor Rózsa (1942) che assurge in Móricz alla dignità di un campione che difende i diritti del popolo oppresso. Una delle realizzazioni più poetiche di Móricz è L'uomo felice (1935) il cui protagonista, un contadino, un vero campione dell'ottimismo, si ritrova contento pur in mezzo alle prove più difficili della vita. Il romanzo della mia vita (1939) termina la serie dei libri che segnano i maggiori successi di Móricz. Ma attorno a essi gravita tutta una serie di romanzi, di racconti e anche di lavori teatrali che stilisticamente etichettabili sia come veristi sia come realisti o naturalisti, sono pervasi di una forte carica sociale. I romanzi La torcia, Baldoria da signori, le raccolte di novelle Sette centesimi, Povera gente, I parenti sono i migliori esempi di questa categoria.