Màssime
(Maximes). Opera di François de La Rochefoucauld, pubblicata nel 1665. Il titolo è nella sua completezza: Maximes et réflexions morales, ma si trova diversamente redatto, anche in edizioni sconfessate dall'autore. Deluso dalle vicende politiche della Fronda da lui raccontate in un volume di memorie, La Rochefoucauld esamina con acutezza il cuore umano, le sue illusioni, i suoi innegabili difetti nella società; con esattezza ma con acredine valuta l'egoismo come motore della vita, il calcolo come elemento fondamentale d'intrigo e di successo e, in genere, la debolezza anche dei caratteri che si credono onesti e forti. In questa considerazione della miseria dell'animo umano il moralista si avvicina allo spirito religioso di Pascal e, come lui, disprezza l'orgoglio e la vanità. Importante come conoscenza psicologica della natura umana, l'opera è basata su una saggezza mondana, che si collega con le abitudini nobiliari e con la consapevolezza che l'interesse più che l'ideale caratterizza le azioni dei potenti e degli umili. Propugna però nelle classi colte l'ideale dell'honnête homme, documento storico di una civiltà quale quella francese.