Latèrza (casa editrice)
casa editrice fondata nel 1885 a Putignano, con la ragione sociale “Giuseppe Laterza e figli” da Vito (Putignano 1867-Bari 1935). La ditta, originariamente una cartolibreria, si trasferì nel 1889 prima a Taranto e poi a Bari, dove nel 1896 rilevò la tipografia di un giornale locale. Un'attività editoriale apprezzabile fu avviata da un fratello di Vito, Giovanni (Putignano 1873-Bari 1943), nel 1901, con l'aiuto di Benedetto Croce, che affidò alla Laterza l'edizione delle proprie opere e della rivista La Critica (1903); Croce formulò anche i programmi delle maggiori collane della casa editrice, in particolare la “Biblioteca di cultura moderna” (1902) e “Gli scrittori d'Italia” (1910), la maggiore collezione di classici italiani in edizione critica. L'attività della Laterza , ostacolata durante il fascismo da censure e sequestri e dall'arresto di numerosi collaboratori, riprese con rinnovato impegno nel dopoguerra con il nipote Vito (Bari 1926-Roma 2001), che creò nuove collane (“Libri del tempo”) sviluppando i programmi iniziali, dalla saggistica alle edizioni scolastiche, alla politica e all'attualità. Nel 1956 esordì con la Laterza Leonardo Sciascia con Le parrocchie di Regalpetra, mentre negli anni Settanta fu lanciata dalla casa editrice la formula del libro-intervista, che accompagnò Intervista sul fascismo di Renzo De Felice e Intervista politico-economica di Lucio Colletti. Convegni, mostre e pubblicazioni celebravano il centenario della più importante editrice meridionale, articolata in due sedi, a Bari e a Roma. All'inizio degli anni Novanta, superata una grave crisi e conservata la sua indipendenza, la casa editrice ha rilanciato i propri programmi, stringendo inoltre accordi con importanti editori stranieri.