La Farina, Giusèppe
uomo politico, storico e patriota italiano (Messina 1815-Torino 1863). Nel 1837 partecipò all'insurrezione siciliana contro il governo borbonico. Esiliato, si recò in Toscana, a Roma e a Napoli. Nel 1838, grazie all'amnistia di Ferdinando II, poté tornare a Messina dove fondò ben quattro periodici, tutti censurati. Nel 1841 abbandonò di nuovo la città, in quanto la sorveglianza dei Borbone si era fatta insopportabile, e si recò nel Granducato di Toscana dove poté pubblicare un giornale di stampo liberale, L'Alba (1847-48). Nel 1848 prese parte alla rivoluzione in Sicilia e fu eletto deputato; prima ebbe il Ministero della Pubblica Istruzione e poi quello della Guerra. In seguito alla sconfitta di Novara e alla decisione dei Borboni di impadronirsi nuovamente dell'isola, divenne uno strenuo sostenitore della resistenza in Sicilia. Dopo il ritorno degli antichi dominatori emigrò in Francia e da qui si recò a Torino dove collaborò con Cavour e dette impulso alla costituzione della Società nazionale (1857) di cui fu segretario. Inviato in Veneto quale rappresentante del governo sardo in seguito al Trattato di Villafranca, tornò poi a Torino dove riorganizzò la Società nazionale in crisi per le dimissioni di Cavour. Fautore del moto che permise l'annessione della Toscana al Piemonte, sostenne l'impresa garibaldina dei Mille. Mandato da Cavour in Sicilia per favorirne l'unione immediata, venne però in urto con Garibaldi che lo espulse dall'isola. Consigliere di Stato nel 1860, fu deputato per la VII e VIII legislatura. Scrisse: Storia d'Italia narrata al popolo italiano (1846-54), Istoria documentata della rivoluzione siciliana del 1848-49 (1850-51), Storia d'Italia dal 1815 al 1850 (1851-52) e un Epistolario (1869).