Kross, Jaan
scrittore estone (Tallinn 1920-2007). Abbandonati gli studi giuridici e l'attività di insegnante, si è dedicato alla saggistica e in particolare alla critica letteraria. Oppositore del regime sovietico, è stato arrestato nel 1946 e deportato in Siberia. Ritornato in Estonia nel 1956 ha cominciato a tradurre classici della letteratura tra i quali Shakespeare, Balzac e Zweig e nel 1958 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie. Considerato uno dei maggiori scrittori estoni contemporanei, solo a partire dagli anni Settanta ha iniziato a scrivere romanzi tra i quali si ricordano i più noti La pietra celeste (1975), Il pazzo dello zar (1978) e La partenza del dottor Martens (1984). Nella prima fase della sua produzione narrativa Kross ha rappresentato alcune vicende gloriose della storia estone, interpretandole anche in chiave metaforica, per denunciare l'ingerenza del potere assolutista nel destino dei Paesi baltici. Dopo L’occhio del grande tutto (1987) ha pubblicato I compagni di Wikman (1988), ispirato al suo periodo del liceo, La via ritrovata (1989), riproposizione delle vicende drammatiche estoni degli anni Quaranta, Esumazioni (1990), ricordo delle repressioni staliniane degli anni Cinquanta, Il volo immobile (1998) e Tahtamaa (2001).