Kohout, Pavel
poeta e autore teatrale ceco (Praga 1928). Ha esordito con versi politici e amorosi dettati da una visione ottimistica della realtà socialista (Versi e canzoni, 1952; Il tempo dell'amore e della lotta, 1954; Tre libri di versi, 1955), per poi dedicarsi al teatro e al cinema (come sceneggiatore), riscuotendo larghi consensi: Le notti di settembre (1955), Addio, tristezza (1957), Un tale amore (1957), Il giro del mondo in 80 giorni (1962; ispirato a J. Verne), La guerra delle salamandre (1963; drammatizzazione del romanzo di K. Čapek), Pagliaccio, pagliaccio, pagliaccio (1967). Fra i più tenaci oppositori del regime instauratosi a Praga nel 1968, Kohout ha vissuto per molti anni da esule politico in Austria dove, tra l'altro, ha lavorato anche per il Burgtheatre di Vienna. Autore del libro di memorie Dal diario di un controrivoluzionario (1969 in tedesco, 1972 in inglese), di una satira sui metodi del partito (Il libro bianco, 1973, in inglese, in francese e in tedesco) e di racconti (L'uomo che camminava sul soffitto, 1972), ha pubblicato anche i romanzi satirici Il libro bianco ossia la causa del professore di educazione fisica Adam Jurácek contro Sir Isaak Newton (1973), Le idee di Santa Chiara (1982). In The Widow Killer (1998) Kohout ha combinato mistero e politica, in un thriller ambientato a Praga durante la seconda guerra mondiale.