Kōbe
città (1.425.139 ab. nel 1997) del Giappone, capoluogo della prefettura di Hyōgo, situata nel settore meridionale dell'isola di Honshū, tra i monti Rokko e Maya a N e la sponda settentrionale della baia di Ōsaka a S. Ormai saldata a quest'ultima città in un'unica grande area metropolitana, svolge funzioni portuali e industriali, per fare spazio alle quali la fascia costiera è stata profondamente modificata, con imponenti colmate e grandi opere marittime. Il movimento di merci (oltre 150 milioni di t annue) colloca il porto di Kōbe in testa alla graduatoria giapponese e ai primissimi posti di quella mondiale: all'importazione figurano soprattutto minerali greggi e derrate alimentari; all'esportazione, prodotti delle industrie siderurgiche, meccaniche, chimiche, tessili, cartarie, del cemento e della gomma. La pianta urbana, condizionata dalla morfologia, ha assunto figura lineare, con le maggiori direttrici viarie parallele alla costa, tagliate ad angolo retto da strade trasversali che risalgono i primi versanti montuosi, dove si estendono i quartieri residenziali. Ferrovie sopraelevate e gallerie stradali collegano Kōbe a Ōsaka, per favorire i poderosi flussi pendolari, decongestionando il traffico di superficie; nonostante ciò, evidenti fenomeni di sovraffollamento hanno spinto la popolazione (che contava 1.220.000 ab. già nel 1965) a trasferirsi nelle aree periferiche della conurbazione. Importante centro culturale, Kōbe conta due università, alcuni istituti superiori e numerosi musei. Nel 1995 è stata distrutta da un violentissimo terremoto. (7,2 gradi Richter) che ha provocato oltre 5000 morti. Una gran parte degli edifici (oltre 40.000) è rimasta distrutta o gravemente danneggiata dal sisma o dagli incendi che si sono sviluppati subito dopo e che non si è riusciti a spegnere se non nei giorni seguenti. Alle vittime e ai 26.000 feriti ufficialmente accertati si sono così aggiunti gli sfollati (ca. 300.000). Molto gravi i danni agli impianti industriali e più ancora alle infrastrutture: strade e ferrovie, nonché il porto, dove le banchine sono sprofondate di qualche metro, rendendo impossibile l'attracco delle navi, con gravi ripercussioni anche sul piano dell'intera economia giapponese.