Johnson-Sirleaf, Ellen
donna politica liberiana (Monrovia 1938). Si trasferì giovane negli Stati Uniti, dove nel 1973 si laureò in pubblica amministrazione alla Harvard University. Nel 1979 ricoprì la carica di ministro delle Finanze e nel 1985 si candidò al Senato, circostanza nella quale ebbe il coraggio di denunciare le ingiustizie commesse dal nuovo regime del dittatore Samuel Doe, azione che le costò il carcere e poi l'esilio. Dopo aver lavorato per la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la Citibank, fu direttore del Programma di sviluppo dell'ONU per l'Africa. Nel 1997 partecipò alla competizione elettorale conquistando il secondo posto con il 10% dei voti. Accusata di tradimento dal presidente Charles Taylor, fu costretta ancora una volta all'esilio, dal quale fece ritorno nel 2003, anno in cui ottenne la carica di presidente della Commissione contro la corruzione. Nel 2005 vinse al ballottaggio le elezioni presidenziali in Liberia con il 59,4% dei voti, sconfiggendo l'avversario, il più giovane e popolare ex calciatore G. Weah. Il 16 gennaio 2006 diventava presidente del Paese. Nel novembre del 2011 vinceva di nuovo le presidenziali, ottenendo il 90,7% dei voti al secondo turno. Sempre nel 2011 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace "per il suo impegno non violento per la sicurezza delle donne e i diritti delle donne di partecipare appieno al lavoro di costruzione della pace". Ha diviso il premio con altre due donne politiche africane, la liberiana Leymah Gbowee e la yemenitaTawakkul Karman.