Ivanov, Lev Ivanovič

ballerino, coreografo e maestro di danza russo (Mosca 1834-San Pietroburgo 1901). Studiò a Mosca e a San Pietroburgo. Ammesso nel corpo di ballo del Teatro Mariinskij già nel 1850, si diplomò due anni dopo. Fu eccellente e versatile ballerino, ottimo interprete di ruoli di carattere negli ultimi anni della sua carriera in palcoscenico. Fin dal 1882 era stato nominato regisseur e dal 1885 secondo maître de ballet. L'intera sua carriera di coreografo si svolse all'ombra delle tre grandi personalità francesi che dominarono il balletto russo per tutta la seconda metà del sec. XIX: Jules Perrot, Arthur Saint-Léon e Marius Petipa. Cionondimeno l'apporto di Ivanov alla storia della coreografia (e di quella russa, in particolare) è ampiamente riconosciuto e considerato di prim'ordine. Il debutto come coreografo avvenne nel 1885, con una nuova versione de La fille mal gardée. Seguirono i balletti La foresta incantata e Il tulipano di Harlem (entrambi del 1887), nonché le danze per Il principe Igor di A. P. Borodin (1890) e quelle per l'opera di N. A. Rimskij-Korsakov, Mlada (1892). Ivanov si incaricò anche del primo allestimento dello Schiaccianoci di Čajkovskij (1892), cui Petipa, ammalatosi, aveva dovuto rinunciare e, ancora, fu Ivanov a riallestire con successo il secondo atto del Lago dei cigni nel 1894, dopo gli insuccessi che avevano segnato precedentemente le prime due produzioni del balletto a Mosca: per questa ragione, pare, Petipa si decise a riprendere l'intero balletto, che debuttò a San Pietroburgo, nel 1895 in una nuova versione composta in parte dallo stesso Petipa e, per i due atti cosiddetti “bianchi”, il II e il IV, da Ivanov. Altri suoi balletti sono: Il risveglio di Flora (1894, con Petipa), Acis e Galatea (1896) e l'incompiuto Sylvia (1901). Secondo alcuni storici il genio e il talento di Ivanov sono da considerarsi non inferiori a quelli dei maggiori maestri del sec. XIX, sottovalutati e messi in ombra a suo tempo per le circostanze in cui egli si trovò a operare. Certo l'esser russo gli precludeva, all'epoca, l'accesso a una carriera di prima grandezza, ma è opinione pure diffusa che, per carattere, difficilmente Ivanov avrebbe saputo prendere il primo posto. Resta indiscutibile il valore dei pochi frammenti del suo lavoro pervenutici.

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