Irnèrio
(anche Guarnèrio). Giureconsulto, rinnovatore del diritto romano (Bologna ? metà sec. XI-metà sec. XII). La sua attività coincide con il nascere e il primo fiorire dello Studio bolognese: seguace di precedenti glossatori bolognesi, ben presto li superò al punto che le sue Glosse al Corpus iuris civilis giustinianeo rimasero fondamentali per alto valore interpretativo e didattico. Alla concezione germanica del diritto (allora predominante) fondata sulla consuetudine, che ha la sua radice nell'ethos irrazionale, di cui ogni membro della comunità è anonimo elaboratore, Irnerio contrappone il concetto latino e poi romano del diritto come atto di volontà emanante da una o più persone giuridiche (magistrati): la sua razionalità è ben visibile nell'organizzazione dello Stato, che può essere pensata solo entro schemi giuridici. Su questo tema particolarmente importante è il problema dei rapporti tra popolo e autorità costituita: il popolo è il depositario nativo del potere, l'autorità lo esercita solo per procura. Nella polemica sorta sull'alienazione del potere da parte del popolo, Irnerio interviene asserendo che le leggi fatte dall'autorità sono vincolanti solo se conformi al diritto naturale. Altre opere: una lezione volgata del Digesto, una Summa codicis e Quaestiones de iuris subtilitatibus.