Ibo o Igbo
IndiceDescrizione generale
Gruppo etnico africano di stirpe sudanese stanziato nella regione a E del basso Niger (Nigeria). Gli Ibo parlano una lingua kwa, sono agricoltori sedentari organizzati in tribù patriarcali autonome nelle quali perdurano tracce di più antiche usanze matrilineari.
Storia
Gli Ibo hanno avuto vicende storiche piuttosto nebulose e riconducibili a molteplici tradizioni e miti locali; essi non espressero organizzazioni statali ampie e organiche, ma restarono frantumati in un numero infinito di villaggi o gruppi di villaggi, gelosi della propria autonomia e delle proprie strutture, e caratterizzati da uno spiccato senso di individualismo e di democrazia. Gli Ibo, stanziati a W del Niger, furono sottomessi nel sec. XV dal vicino regno di Benin subendone un'influenza duratura. A partire dallo stesso periodo dovettero pagare un pesante tributo alla tratta degli schiavi. Cessato, all'inizio del sec. XIX, il flagello della tratta, la Gran Bretagna, che si era stabilita nel 1861 a Lagos e a Calabar, estendeva la sua presenza a E del delta del Niger costituendo il Protettorato dell'Oil Rivers, riconosciuto poi alla Conferenza di Berlino del 1885. Nel 1914, nel quadro della riorganizzazione della Nigeria, l'immenso territorio fu diviso in tre distinte regioni: quella orientale raccolse le popolazioni Ibo che manifestarono, fin dal 1919-20, interessanti fermenti politici. Nel 1944 Nnamdi Azikiwe, di origine Ibo, fondava il National Council of Nigeria and the Cameroons, destinato ad avere un ruolo determinante nel processo d'indipendenza della Federazione della Nigeria, della quale Azikiwe fu il primo presidente. Nel 1966, dopo il cruento colpo di Stato militare, il generale Ojukwu provocava la secessione della regione orientale proclamando la Repubblica del Biafra ed entrando in conflitto armato con la federazione. La guerra civile, protrattasi fino all'inizio del 1970, ebbe conseguenze disastrose per le popolazioni Ibo. § Le manifestazioni artistiche degli Ibo riflettono la qualità “acefala” delle loro tendenze politiche e della loro cultura, risultando in genere composte da innumerevoli sottostili evidenziati in una vasta serie di maschere che variano da un tipo d'impronta più realistica (rappresentante un viso, di frequente dipinto in bianco e dedicato al culto degli antenati) ad altri che tendono all'astrazione e vengono impiegati nei riti per le cerimonie inerenti all'agricoltura.