Hviezdoslav
pseudonimo del poeta slovacco Országh Pavol (Vyšný Kubín 1849-Dolný Kubín 1921). È forse il più grande poeta del suo Paese. Dopo i versi giovanili scritti in ungherese sotto l'influsso di Petöfi, nel 1868 pubblicò la prima raccolta di liriche in slovacco (Le primule poetiche), per lo più dedicata alla terra natia e alle sue bellezze naturali; e tre anni dopo riempì dei suoi versi l'almanacco Napred (Avanti) di cui fu anche coeditore. Drammaticità, rara perfezione formale, ricco linguaggio poetico e plasticità nella descrizione del paesaggio caratterizzano i suoi poemi epici (La moglie del guardaboschi, 1886, il suo capolavoro; Bútora e Cútora, 1888; Ežo Vlkolinský, 1890; Gábor Vlkolinský, 1897-99) e le sue liriche (Ramoscelli, 1885-95; Salmi e inni, dal 1885 in poi; Sonetti, 1886; I sonetti sanguinosi, 1919). I poemi epici di tema biblico (Agar, 1883; Caino, 1892; Rachele, 1891; Il sogno di Salomone, 1900) e la tragedia Erode ed Erodiade (1909) testimoniano della sua profonda fede. Hviezdoslav contribuì allo sviluppo della lingua poetica slovacca anche con le perfette traduzioni da Shakespeare, Goethe, Puškin, Mickiewicz, Petöfi, Arany, Madách.