Heidelberg, uòmo di-

tipo umano ricostruito sui resti di una mandibola umana rinvenuta nei pressi di Heidelberg, in località Mauer, in un deposito di sabbie fluviali quaternarie costituenti l'antico letto del Neckar, nel 1907, a circa 24 m di profondità. "Il disegno della mandibola dell’uomo di Heidelberg è a pag. 423 dell’11° volume." . La fauna associata indica l'appartenenza del reperto a un orizzonte cronologico risalente all'interglaciale Mindel-Riss, anche se in termini di datazione assoluta questo si fa risalire a circa 650.000 anni a partire dal presente, rappresentando così la più antica testimonianza europea di Homo sapiens, benché fosse stata in passato attribuita a Homo erectus. La morfologia arcaica del segmento (rinvenuto integro e completo della dentatura con l'eccezione delle corone dei premolari e dei primi due molari di sinistra) ha favorito in passato l'ipotesi dell'appartenenza a un particolare tipo umano detto Homo heidelberghensis, o uomo di Mauer, o anche eurantropo. Attualmente il reperto viene universalmente conosciuto come mandibola di Mauer e viene attribuito a una forma arcaica di Homo sapiens. Le caratteristiche morfo-anatomiche più evidenti sono: corpo voluminoso e spesso, branche ascendenti molto larghe di forma sub-rettangolare con piccola incisura sigmoide, apofisi coronoidea arrotondata, superficie articolare condiloidea grande di tipo pitecoide, assenza del mentum con retrazione dell'intera regione sinfisaria. I problemi legati alla sua complessa datazione hanno fatto in modo che spesso tale reperto vennisse tralasciato negli studi filogenetici evolutivi.

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