Gryphius, Andreas
poeta e autore drammatico tedesco (Glogau 1616-1664). Studiò a Danzica e a Leida lingue antiche e moderne e viaggiò in buona parte d'Europa. La sua gioventù fu travagliata da malattie e persecuzioni. È il più noto e anche discusso autore di teatro del barocco tedesco. Da un iniziale entusiasmo per le capacità speculative dell'uomo e per le scienze, ricadde nel più tetro pessimismo teocentrico e in una cupa ortodossia luterana, che gli ispirarono una serie di drammi di re, eroi e martiri, dove la sovrabbondante metaforica figurativa si cala in sapienti alessandrini nella rigorosa osservanza dei canoni classici: Leo Armenius (1650), Katharina von Georgien (1657; Caterina di Georgia), Ermordete Majestät oder Carolus Stuardus (1657; La maestà assassinata ovvero Carlo Stuart), Aemilius Papinianus (1659) e la tragedia d'ambiente borghese, la prima del teatro tedesco, Cardenius und Celinde (1657). In epoca di continui rivolgimenti di sorte, Gryphius indica la precipua virtù del cristiano nella costanza, osservata fino al sacrificio della vita. I suoi modelli sono l'olandese Van den Vondel, gli elisabettiani, il teatro didattico dei gesuiti e Seneca. A Gryphius si debbono inoltre le uniche commedie dell'età barocca, che rivelano in lui una dimensione sapida e lieve: l'Horribilicribrifax (1663) da Plauto, l'Absurda comica oder Herr Peter Squentz (1657) e Die geliebte Dornrose (1661; L'amata Rosaspina). È autore anche di significativi e intensi sonetti spirituali e di Kirchhofsgedanken (1658; Pensieri cimiteriali), dove, entro l'abito della contemplazione stoico-cristiana, esplode l'angoscia di morte dell'età barocca.