Grosjean, Jean
poeta francese (Parigi 1912-Versailles 2006). Segnato dalla lettura della Bibbia e di Claudel, scelse il sacerdozio nel 1939, rinunziandovi nel 1950. Collaborò dal 1967, con Arland e Aury, alla direzione della Nouvelle Revue Française. Traduttore di testi greci (Eschilo, Sofocle) e sacri (Il Corano, 1972; La Genesi, 1987), poeta metafisico e stilista raffinato, si serve del sostantivo per rendere i segni di un mondo in cui Dio esiste ma non si rivela. Opere più note: Terre du temps (1946), Fils de l'homme (1954), Apocalypse (1962), La reine de Saba (1987). Dal 1972 al 1989 il poeta ha realizzato una decina di ritratti di figure bibliche, dal Messia a Sansone. Samuel (1995) si inscrive in questa linea narrativa che dà versioni attualizzate di avvenimenti del passato. L’ironie christique (1991) è il frutto delle riflessioni di una vita sulla parola dell'evengelista Giovanni, di cui si trovano tracce nella sua opera poetica La lueur du jour (1991). Nel 1992 è uscito Mon camarade, una doppia autobiografia scitta con Michel Léturmy. Tra le altre raccolte di poesie vanno ricordate Nathanael (1996) e Les vasistas (2000).