Goytisolo, Juan
narratore spagnolo (Barcellona 1931- Marrakech 2017). Fratello degli scrittori José Augustin e Luis, è uno dei più rappresentativi narratori contemporanei spagnoli, tradotto in varie lingue. La sua produzione letteraria, sempre sostenuta da uno spirito critico e anticonformista, ha conosciuto un primo periodo realistico (Juegos de mano, 1954; Fiestas, 1958; La resaca, 1962), cui è poi seguita l'adesione a un interessante sperimentalismo stilistico (Señas de identidad, 1966; Reivindicación del conde Don Julián, 1966; Juan sin tierra, 1975; Makbara, 1980), sino al “grottesco” Paisajes después de una batalla (1982; Paesaggi dopo una battaglia) a Las virtudes del pájaro solitario (1988; Le virtù dell'uccello solitario) e a La cuarantena (1991; La quarantena). Dal 1994 è membro della Real Academia Española. È da sempre impegnato, con ferma coerenza, in una personale e individuale battaglia contro “il naufragio generale dei valori”, contro una società che si lascia travolgere dalla violenza e dall'odio, contro una cultura che ha perso la memoria e sembra ignorare che la ricchezza e la forza delle proprie radici le vengono da “ciò che è altro”, diverso, controcorrente rispetto ai “valori della tribù”. Questi i temi che Goytisolo ha affrontato e sviluppato anche in contesti diversi da quello ispanico. È il caso di Cuaderno de Sarajevo (1993; Quaderno di Sarajevo) e di El sitio de los sitios (1995; L'assedio degli assedi), trasformazione metaforica della tragica realtà di Sarajevo durante la guerra nell'ex Iugoslavia. Di rilievo anche la sua produzione critico-letteraria e saggistica, da Problemas de la novela española (1959) a Disidencias (1977) e Contraccorrientes (1986), e le vivacissime memorie autobiografiche Coto vedado (1985) e En los reinos de taifa (1986). Nel 2002 ha pubblicato Paisajes de guerra (Paesaggi di guerra), reportage sui suoi viaggi in Bosnia, Cecenia, Algeria e in Medio Oriente.Nel 2003 ha pubblicato Telon de boca e nel 2008 il saggio Ensayos escogidos.