Gianìcolo
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Colle di Roma, situato nel settore occidentale della città, sulla destra del Tevere, a SE della Città del Vaticano. Il nome di Gianicolo (Ianiculum) venne anticamente connesso con Giano, ma in relazione a tale divinità sul Gianicolo esisteva solo un sacello dedicato al figlio Fonte o Fonto.
Cenni storici: età classica
Data l'importanza militare quale avamposto verso il territorio etrusco, già nel sec. VI a. C. venne incluso nello Stato romano e in tempi successivi collegato all'altra sponda del Tevere con quattro ponti (Sublicio, Emilio, Fabricio e Cestio), cui si aggiunsero in età augustea quello d'Agrippa e nel sec. III il ponte Aurelio. Un'ampia area del Gianicolo era coperta di boschi dedicati con un tempio all'antica divinità Furrina. Vi si trovava quella che era ritenuta la tomba di Numa Pompilio e vi trovò la morte Caio Gracco. Ancora nell'ultima età repubblicana, quando si riuniva nel Campo Marzio il comizio centuriato, sul Gianicolo campeggiava lo stendardo rosso che se ammainato segnalava l'approssimarsi di nemici. Per la scarsità dell'acqua, il colle non fu mai intensamente abitato, ma in età imperiale vi erano numerosi ville e giardini tra cui gli Horti Agrippinae e gli Horti Caesaris. Il colle era attraversato dall'aqua Alsietina per l'alimentazione del bacino in cui si svolgeva la naumachia di Augusto (presso San Francesco a Ripa). Traiano vi fece arrivare acqua anche dal lago Sabatino o di Bracciano (acqua Paola) e comparvero numerosi mulini. Nell'età severiana acquistò grande rinomanza un santuario dedicato a divinità siriache. Nella cinta delle mura aureliane, in corrispondenza del Gianicolo (che vi fu incluso come un saliente) si aprivano le tre porte attraverso le quali convergevano a Roma da N e da W la via Cornelia, l'Aurelia e la Portuense.
Cenni storici: dal Medioevo all'età contemporanea
In età medievale, per il colore del suo terreno, il colle fu chiamato Mons Aureus (da cui il nome della chiesa di San Pietro in Montorio). Nel convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo morì T. Tasso (1595). Sul Gianicolo G. Garibaldi difese nel 1849 la Repubblica Romana contro le forze di Oudinot: in ricordo di tali eventi vi vennero poi eretti il suo monumento e quello di Anita.