Formigoni, Roberto

Ex politico italiano (Lecco 1947). Dopo la maturità classica, si laurea in Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In gioventù incontra don Luigi Giussani e aderisce al movimento Gioventù Studentesca e in seguito a Comunione e Liberazione; nel 1970 diventa Memor Domini, cioè membro dell'associazione laicale cattolica sorta nell'ambito di CL i cui aderenti seguono i precetti di povertà, castità e obbedienza. Nel 1978 fonda il giornale cattolico Il Sabato e dal 1985 è giornalista. Nel 2004 lo IULM gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze e tecnologie della comunicazione. Ancora giovanissimo entra nelle file della Democrazia Cristiana nelle cui file è eletto al Parlamento europeo nel 1984 e alla Camera dei deputati nel 1987. Rieletto nel 1992 e nel 1994, è sottosegretario al Ministero dell’Ambiente nel Governo Ciampi. A partire dal 1995 viene eletto per quattro mandati consecutivi presidente della Regione Lombardia alla guida di diverse coalizioni di centrodestra. Il suo operato si caratterizza per la privatizzazione della Sanità e per i finanziamenti alle scuole private (attraverso il sistema del buono scuola). Alle elezioni politiche del 2006 è eletto senatore nelle fila di Forza Italia, e rieletto nel 2008 per Il Popolo delle Libertà.  Il quarto e ultimo mandato in Regione Lombardia si caratterizza per numerose inchieste giudiziarie che lo costringono alla fine del 2012 a sciogliere il Consiglio regionale e indire nuove elezioni. Nel 2013 viene rieletto senatore nelle fila del centrodestra. Formigoni è stato oggetto di numerose inchieste e indagini giudiziarie. In particolare, nell’ambito di un'inchiesta sulla sanità lombarda, viene indagato per corruzione e per finanziamento illecito pervenutogli per la campagna elettorale del 2010. Nel 2013 la Procura di Milano gli contesta anche il reato di associazione per delinquere e bancarotta nell'ambito dello scandalo dell'ospedale San Raffaele. Nel 2018, con l'accusa di corruzione, è condannato in appello a 7 anni e 6 mesi di reclusione; nel 2019 la condanna è ridotta a 5 anni e 10 mesi dalla Cassazione. Il 22 febbraio 2019 si presenta spontaneamente al Carcere di Bollate. Viene in seguito condannato assieme agli altri imputati al risarcimento del danno erariale di 60 milioni di euro. Nel luglio 2019, in quanto ultrasettantenne, gli viene concessa la detenzione domiciliare.

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