Féja, Géza

scrittore ungherese (Szent-Jánospuszta 1900-Budapest 1978). Con un'opera che è insieme testimonianza della ricchezza culturale e sentimentale del proletariato agrario e documento rigoroso dei moduli e ritmi della vita paesana, Il polo delle tempeste (1937), suscitò scandalo e venne processato per diffamazione della nazione. Fautore della “terza via” nella soluzione dei problemi politici del Paese, si dedicò alla letteratura di minor impegno negli anni Quaranta-Cinquanta. Nel 1957 pubblicò una raccolta di novelle satiriche, Bresztováczy e il diavolo, rivolte contro l'intellettualità snob; nel 1958 un volume di liriche autobiografiche, Canti di culla; nel 1962 un romanzo storico, Tempo dei kuruc; nel 1978 una raccolta di saggi e prose varie, Tronchi e germogli. Postume sono uscite diverse raccolte di saggi e prose, tra cui: In margine (1982), Danza macabra ungherese (1984) e Ritratti della letteratura ungherese antica (1986).

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