Enrico II (re d'Inghilterra)
Indicere d'Inghilterra (Le Mans 1133-Chinon 1189). Figlio di Matilde e del secondo marito Goffredo Plantageneto, conte d'Anjou, alla morte del padre fu eletto conte d'Angiò e, dopo il suo matrimonio con Eleonora di Aquitania (1152), vi aggiunse Poitou e Guienna. Nel 1153 giunse in Inghilterra e fu dichiarato successore di re Stefano. Confermò le leggi degli avi e fece demolire gli innumerevoli castelli costruiti dai baroni durante il regno di Stefano. Rafforzò il potere della monarchia a spese dei baroni e della Chiesa con la quale fissò i rapporti nelle Costituzioni di Clarendon (1164). La proposta di Enrico II (accolta) fu che i preti rei di delitto venissero tradotti al tribunale laico e poi a quello ecclesiastico. Se quest'ultimo riconosceva la colpevolezza dell'accusato spettava alla corte laica far eseguire la sentenza. Th. Becket, vescovo di Canterbury e amico personale del re, dapprima accettò e poi si oppose al maggior potere del braccio secolare. I rapporti tra il re e il vescovo si deteriorarono al punto che nel 1170 Becket fu ucciso da quattro cavalieri del re. L'indignazione dell'opinione pubblica per questo delitto spinse Enrico II a chiedere (e a ottenere) il perdono papale. Sottomise poi l'Irlanda dei baroni (1171-72) e nel 1185 suo figlio, il principe Giovanni, ne fu re per un anno. Un altro figlio, Enrico Plantageneto, condivise il regno col padre, fu incoronato nel 1170 e proclamato successore. Il giovane re e il fratello Riccardo, incitati dalla madre e sostenuti dai re di Scozia e di Francia, si ribellarono (1173-74), ma Enrico II riuscì a ristabilire l'autorità. Nel 1188 mentre Enrico II era in guerra con Filippo di Francia, Riccardo si schierò con questi e Enrico II venne a patti dopo aver perduto Le Mans e i principali castelli del Maine.
Bibliografia
J. Boussard, Le Gouvernement d'Henri II Plantagenêt, Parigi, 1956; Chr. Brooke, From Alfred to Henry III 871-1272, Londra, 1961; F. Millou, R. Wittkower, Lives and Customs of the English Kings, Londra, 1984.