Effenberger, Vratislav
teorico dell'arte, poeta e prosatore ceco (Nymburk 1923-Praga 1986). Figura di snodo nel passaggio dal primo Surrealismo anni Trenta-Quaranta a una seconda fase, che culmina nell'attività del gruppo degli anni Sessanta, Effenberger fu a lungo in contatto con il principale teorico dell'avanguardia ceca tra le due guerre, Karel Teige, assumendo alla sua morte (1951) il ruolo di leader e guidando il nuovo movimento nei difficili anni che seguirono la normalizzazione politica del 1969. Spirito polemico e razionalista, critico sempre militante, Effenberger ridefinisce in una lunga attività saggistica, rimasta spesso inedita, le coordinate della poetica surrealista (in area boema fino ad allora propensa a inseguire una realtà vista come fonte di meraviglia), amplificandone la componente politica e indirizzando la ricerca artistica verso una dettagliata analisi della realtà, così da trasformare la crisi della coscienza in lucida coscienza della crisi. Tali principi informano i primi testi e le poesie (alcune uscite in un'edizione per bibliofili: Poesie sul muro, 1966), i testi teatrali e le pantomime (per la maggior parte inediti), ma soprattutto i sarcastici pseudoscenari cinematografici riuniti in La brutalità della vita e il cinismo della fantasia (1991, parzialmente 1984). Tra i saggi ricordiamo: Henri Rousseau (1963), Realtà e poesia (1966) e Il surrealismo nelle arti figurative (1969).