ESO
IndiceDescrizione generale
Osservatorio Europeo Meridionale, consorzio scientifico europeo costituito nel 1962 allo scopo di fondare e gestire un osservatorio astronomico nell'emisfero meridionale, attrezzato con potenti strumenti, al fine di promuovere le ricerche astronomiche più avanzate. Inizialmente costituito da 6 paesi, è arrivato a comprendere Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Svezia e Svizzera, con diversi altri paesi che nel primo lustro del XXI sec. erano in attesa di aderire. L'ESO, che è diventata la più grande organizzazione astronomica mondiale, dispone di tre siti nella regione cilena del deserto di Atacama. Il quartiere generale, al quale sono collegati per via telematica i diversi osservatori, si trova a Garching, presso Monaco di Baviera. I due osservatori principali si trovano a La Silla e sul Cerro Paranal.
Storia
L'organizzazione astronomica si costituì nel 1962 con una convenzione firmata inizialmente dalla Repubblica Federale di Germania, dal Belgio, dalla Francia e dalla Svezia e con la successiva adesione di Danimarca e Olanda. L'ESO cominciò a diventare un'organizzazione ai vertici mondiali nel 1976, quando nell'osservatorio di La Silla vide la prima luce un grande telescopio con specchio principale di 3,6 m. Concepito in modo tradizionale, disponeva però di un'ottica Ritchey-Chrétien dalle caratteristiche straordinarie. Il sito di La Silla, inoltre, era eccezionalmente terso e privo di turbolenza atmosferica, cosicché lo strumento ebbe subito una resa migliore dello storico telescopio Hale di 5 m di Monte Palomar. L'Italia non aderì subito all'ESO, ma nel febbraio del 1980, insieme alla Svizzera, stabilì le condizioni per l'ammissione, che ebbe effettivamente luogo nel 1982. Per entrare nell'ESO, l'Italia finanziò un telescopio di concezione completamente nuova: il New Technology Telescope, l'NTT. Lo specchio, ultraleggero, fabbricato dalla Carl Zeiss di Oberkochen, aveva la propria forma controllata da una serie di pistoncini in grado di rispondere in tempo reale alle sollecitazioni meccaniche che tendevano a spostarla dalla configurazione ottica ideale. In questo modo, l'ingresso dell'Italia fu di grande profitto sia per l'astronomia italiana, sia per l'ESO. Oltre che aderire alla più importante organizzazione astronomica del mondo, l'Italia, investì il nuovo capitale di conoscenze nella costruzione, nel 1986, del Telescopio Nazionale Galileo, TNG, il fratello tecnologicamente avanzato dell'NTT. Da parte sua, l'ESO, oltre che rafforzare la sua posizione di preminenza mondiale nel campo dell'astronomia, approfittò della nuova linfa per una pausa di riflessione nel cammino dell'opera ciclopica alla quale si stava accingendo: la costruzione del campione di tutti i telescopi, quello che doveva segnare una nuova era nel campo dell'astronomia d'osservazione, il Grandissimo Telescopio, il Very Large Telescope, VLT. L'ESO ritardò così il progetto di lungo termine per acquisire preziosa esperienza attraverso l'NTT. Con l'NTT, l'ESO sperimentò anche, per la prima volta nel 1997, il sistema di controllo remoto dei telescopi con base in Cile dalla sede operativa di Garching, tanto che oggi è possibile utilizzare i telescopi cileni allo stesso modo che si utilizzano i telescopi spaziali. Il VLT non venne installato nel primo storico osservatorio dell'ESO, a La Silla, ma nel nuovo sito di Cerro Paranal, sempre nelle Ande cilene, a 2600 m di altezza, dove la sommità del monte era stata spianata e abbassata di 82 metri. Nel nuovo osservatorio il seiing (visibilità astronomica) risultò ancora migliore che a La Silla, caratterizzato da notti con più di 6 ore serene da 350 a 355 volte all'anno. Il terzo sito dell'ESO è Llano de Chajnantor, a 5000 m di altezza presso San Pedro de Atacama. Qui stanno sorgendo un nuovo telescopio per lunghezze d'onda submillimetriche (APEX) e un grande interferometro submillimetrico formato da 64 antenne paraboliche (ALMA).
Gli strumenti dell’ESO
L'Osservatorio di La Silla si trova 600 km a nord di Santiago del Cile, a 2400 m di altitudine. Nell'Osservatorio dove sono situati anche molti telescopi nazionali europei, sono basati tre telescopi principali dell'ESO: il 3,6 metri, l'NTT e il Max Planck, il telescopio iniziale dell'osservatorio con specchio di 2,2 m di diametro. I tre telescopi sono equipaggiati con strumenti di rivelazione della radiazione ottica, visibile e ultravioletta, sempre alla frontiera delle conoscenze fisiche e astronomiche. I tre telescopi e gli strumenti annessi sono gestiti sotto la responsabilità del dipartimento denominato La Silla Science Operations. Lo strumento principe di Cerro Paranal è invece il VLT, telescopio basato sull'insieme di 4 telescopi monolitici con specchi di 8,2 m di diametro, di un sistema interferometrico (VLT Interforometer) e di 4 telescopi ausiliari con specchi di 1,8 m di diametro. Anche la tecnologia del VLT è in notevole misura italiana. L'osservatorio è sede anche di due telescopi per ricognizione globale del cielo: a) il VLT Survey Telescope (VST), con specchio di 2,6 m, per il visibile; b) il Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy (VISTA), con specchio da 4 m, per il visibile e l'infrarosso. VST è stato progettato e costruito dall'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, oggi componente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
APEX e ALMA sono i due principali strumenti dell’osservatorio ESO di San Pedro de Atacama. APEX (Atacama Pathfinder Experiment telescope) è un telescopio di 12 m di diametro che opera a lunghezze d’onda millimetriche e sub-millimetriche un intervallo di radiazione tra la luce infrarossa e le onde mico-onde. APEX serve da esploratore per ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), interferometro composto da 66 antenne ad alta precisione operante a lunghezze d’onda tra 0,3 e 9,6 mm. Il nucleo principale di Alma è costituito da 50 antenne di 12 m di diametro, che operano come unico telescopio-interferometro. L’intero progetto si completa poi con altri quattro telescopi di 12 m e 12 telescopi di 7 m. ALMA è in grado di sondare l’universo nelle lunghezze d’onda millimetriche e sub-millimetriche con una risoluzione fino a 10 volte maggiore rispetto all’Hubble Space Telescope.