D'Arónco, Raimóndo
architetto italiano (Gemona, Udine, 1857-Sanremo 1932). Studiò architettura all'Accademia di Venezia e dal 1881 insegnò a Carrara, Cuneo e Palermo e per sei anni all'Università di Messina. Affermatosi fra i più noti esponenti dell'architettura italiana, attraverso la sua partecipazione a numerosi concorsi, progettò, tra l'altro, il nuovo ponte sulla Neva a Pietroburgo (1889). Il progetto per il nuovo ponte Maria Teresa (1893), quello iniziale per il ponte Umberto I (1899) e quello per un ponte in cemento e granito, tutti sul Po a Torino, testimoniano dell'assorbimento di modi derivati dallo Jugendstil. Su invito del governo turco, si trasferì a Costantinopoli, divenendo architetto del sultano ʽAbd-ül-Ḥamīd II, presso il quale fu attivo fino al 1908, rivelando nelle sue opere palesi influssi delle ricerche della scuola di Darmstadt e una cauta adesione ai suggerimenti della Secessione Viennese, abilmente composti con modi tipici del lessico ottomano dell'architettura lignea (fontana di Tophane, ora sulla collina di Maçka, e fontana, tomba e biblioteca lungo la salita del parco di Yildiz). Opere particolarmente risolte appaiono il progetto per la casa Edhem Bey a Yeniköy sul Bosforo, quello di ricostruzione della casa Santoro e la realizzazione di casa Botter, ambedue a Pera (sull'attuale Istiklâl Caddesi), la sede estiva dell'ambasciata d'Italia a Tarabya sul Bosforo. Sempre in Turchia nel 1902 progettò e quindi realizzò a Torino il complesso destinato a ospitare l'Esposizione di Arte Decorativa Moderna. Con questa complessa opera D'Aronco sembrò additare uno sbocco europeo all'architettura italiana, iniziando in ritardo la breve stagione della versione nostrana dell'Art Nouveau.