Càmeri

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comune in provincia di Novara (8 km), 161 m s.m., 39,65 km², 9673 ab. (cameresi), patrono: san Michele (seconda domenica di settembre).

Centro della pianura novarese, situato fra il torrente Terdoppio e il fiume Ticino, poco a N del canale Cavour. Nel Medioevo appartenne al comitato di Bulgaria, poi ai conti di Pombia, ai signori di Caltignaga e, infine, ai conti di Biandrate. Successivamente seguì le vicende di Novara e con questa fu incorporato nei territori soggetti ai duchi di Milano, conquistando l'autonomia nel 1469. § La parrocchiale di San Michele, nella piazza principale della città, fu costruita in forme protobarocche nella seconda metà del sec. XVI e ha un campanile del 1827. Settecentesco è l'oratorio di San Giuseppe, che conserva grandi affreschi del Peracino (sec. XVIII), mentre quello di San Biagio, precedente, sorge nella omonima cascina fuori dal centro abitato. Il complesso architettonico della Cascina Picchetta ospita la sede piemontese del Parco Regionale della Valle del Ticino. § L'economia si basa sull'agricoltura (mais, riso, frumento, foraggi), sulla pioppicoltura e sull'industria, attiva nei settori tessile, meccanico, elettrotecnico, chimico, farmaceutico, dell'abbigliamento, dell'arredamento, dei materiali da costruzione, della gomma e delle materie plastiche. L'allevamento bovino alimenta l'attività lattiero-casearia (produzione e stagionatura di gorgonzola e taleggio). § Sul territorio è presente un aeroporto militare, base difensiva per il settore dell'Italia nordoccidentale

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