Crescènzi
antica famiglia romana in rilievo nella vita cittadina dalla metà del sec. X al 1012. Capostipite fu Crescenzio che nel 902 assisté al placito di Ludovico III e nel 942 a quello di Alberico II. Da lui discendono i due rami della famiglia, l'uno con Giovanni, marito di Teodora II, l'altro con Crescenzio (padre di Teodoranda, sposa di Benedetto, figlio di Stefania e di Benedetto conte di Campagna). Nel 965 i Crescenzi riuscirono a far eleggere quale papa, col nome di Giovanni XIII, Giovanni figlio di Giovanni (m. 972), e poi, con il favore papale, ottennero per Stefania la città e il territorio di Palestrina, e il comitato della Sabina per Benedetto. Crescenzio “de Theodora” uccise il papa imperiale Benedetto VI, succeduto a Giovanni XIII e, entrando in lotta con l'imperatore, lo sostituì con Bonifacio VII, espulso poi da Ottone I; la riconciliazione tra l'imperatore e Crescenzio è del 978. Crescenzio morì nel 984 dopo essersi fatto monaco. Il figlio di Crescenzio Giovanni, detto il Nomentano, restaurò l'antipapa Bonifacio VII al posto di Giovanni XIV, che venne soppresso (985). Ma nel 985 si riavvicinò alla politica imperiale, accettando il nuovo pontefice Giovanni XV. Da questi e dall'imperatrice Teofano ottenne per sé il patriziato e per il fratello Crescenzio la città e il comitato di Terracina (988). Dopo alcuni anni, per contrasti con papa Gregorio V, nominò l'ambasciatore imperiale Giovanni Filagato antipapa con il nome di Giovanni XVI, deposto nel 998 da Ottone III, giustiziere dello stesso Giovanni. Giovanni, figlio del Nomentano, dal 1006 alla morte (1012) fu insignito del patriziato ed ebbe il governo della città. La sua morte segnò anche la fine del potere dei Crescenzi in Roma. I rami superstiti, Stefaniani e Ottaviani, si logorarono in lotte coi vicini e tra di loro, fino a perdere ogni importanza attorno al sec. XII.