Corrènti, Césare
uomo politico italiano (Milano 1815-Meina 1888). Intrapresa la carriera amministrativa, si dedicò a studi economici e giuridici, scrisse diversi articoli per gli Annali di statistica e la Rivista europea e l'opuscolo anonimo L'Austria e la Lombardia (1847). Segretario generale del governo provvisorio di Lombardia durante l'insurrezione delle Cinque Giornate, andò esule in Piemonte dopo l'armistizio Salasco. Eletto deputato nel collegio di Stradella, non mancò di criticare l'operato del governo nei giorni dell'insurrezione di Brescia e sedette sui banchi dell'opposizione sin verso la fine del 1854. Accostatosi quindi a Cavour al tempo della campagna di Crimea, dopo la liberazione della Lombardia contribuì al riordinamento del nuovo territorio tentando, ma invano, di temperare l'eccessivo centralismo piemontese. Ministro della Pubblica Istruzione con Ricasoli (1867) e Lanza (1869-72), favorì la laicizzazione della scuola, sopprimendo le facoltà teologiche nelle università e l'istruzione religiosa nelle scuole secondarie. Nel 1876, staccatosi dalla Destra, contribuì alla sua caduta e fu poi ascoltato consigliere di Depretis. Nel 1886, battuto nelle elezioni alla Camera, venne nominato senatore.