Conferènza per la Sicurézza e la Cooperazióne in Euròpa

(CSCE). Nata allo scopo di rilanciare il dialogo tra Est e Ovest con un apposito piano negoziale, la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa fa il suo debutto ad Helsinki (1975), dove 35 Stati (tutti quelli europei tranne l'Albania, più gli USA e il Canada) sottoscrivono l'Atto finale sulla difesa dei diritti umani. Priva di una struttura formalizzata, tuttavia l'organismo ha realizzato nel corso degli anni numerosi incontri: Belgrado (1977), Madrid (1986), Vienna (1989), Copenaghen (1990), Parigi (1990). Ma la situazione creatasi con le modificazioni intervenute alla fine degli anni Ottanta nell'Est europeo (riunificazione della Germania, democratizzazione dei Paesi socialisti, scioglimento del Patto di Varsavia e del COMECON) ha fatto maturare l'idea di istituzionalizzare la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ciò che è stato sancito con la Carta di Parigi per una nuova Europa (21 novembre 1990). Nella riunione dei ministri degli Esteri degli Stati membri a Berlino (giugno 1991) si è iniziata a definire la struttura idonea a fare di questo organismo “l'elemento centrale dell'architettura europea”, varando un “meccanismo anticrisi” che consenta di affrontare le eventuali emergenze. Divenuti 34 in seguito all'unificazione della Germania, con l'adesione dell'Albania (giugno 1991) e di Estonia, Lettonia e Lituania (settembre 1991), gli Stati membri delll'organismo hanno raggiunto il numero di 38, passando quindi a 52 nel 1992 per l'ingresso delle ex Repubbliche sovietiche e di Croazia, Slovenia e Bosnia-Erzegovina. Dal 5 dicembre 1994, la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa ha assunto il nome di Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) per sottolineare il carattere permanente dell'organismo.

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