Codógno

comune in provincia di Lodi (25 km), 57 m s.m., 20,86 km², 14.408 ab. (codognesi), patrono: san Biagio (3 febbraio).

Cittadina della pianura lodigiana, situata tra l'Adda e il Po. Parte dei possedimenti del conte Ildebrando da Comazzo (già prima del sec. XI), fu poi possesso dei vescovi di Lodi, dei fratelli Giovanni e Maffiolo Fagnani e, infine, dal 1450 dei Trivulzio. Nel 1639 subì l'occupazione dei lanzichenecchi (che vi diffusero la peste). Sottoposta all'amministrazione spagnola nel 1679, subì in seguito il dominio francese e austriaco. § Nella parrocchiale di San Biagio (inizio sec. XVI, con facciata manierista in cotto) si trovano pregevoli dipinti del Crespi, del Piazza, di G. C. Procaccini, una tavola attribuita a Marco d'Oggiono e un magnifico organo Serassi. Numerose le testimonianze artistiche del Seicento tra cui la loggia del Mercato e il santuario della Madonna delle Grazie con un altare ligneo dell'epoca. Settecenteschi sono il santuario della Vergine di Caravaggio; il palazzo Trivulzio-Dansi e l'ospedale civile che, eretto in forme neoclassiche, è sede di mostre, manifestazioni culturali e della biblioteca civica. Notevole l'eclettica villa Biancardi del Coppedè (1911-12).§ L'economia è in prevalenza di tipo industriale, con aziende operanti nei settori metalmeccanico (macchine utensili, componenti per auto, carpenteria, minuteria e stampi), chimico (materie plastiche, resine e gomme), elettrotecnico, tessile, del legno (serramenti, arredamenti e imballaggi), alimentare (bevande, caseifici e prodotti da forno) e dei manufatti in cemento. L'agricoltura, molto attiva, produce cereali e foraggi per l'allevamento di suini e bovini da latte. Importanti sono inoltre il commercio e la logistica.§ Vi nacque il pittore e umorista Giuseppe Novello (1897-1988), al quale è stato dedicato un concorso umoristico internazionale. Dal 1791 la cittadina ospita una fiera agricola e zootecnica di rilevanza nazionale.