Cistòidi
sm. pl. [sec. XIX; da cisto-]. Gruppo eterogeneo di Echinodermi paleozoici (Cambriano-Devoniano) del sottotipo Blastozoi, prima considerato al rango di classe a sé stante. Secondo la classificazione più aggiornata, il gruppo oggi viene ripartito in due classi: Diploporiti e Rombiferi, che, come solo carattere in comune, hanno un calice dotato di placche perforate da pori respiratori. Probabilmente, la presenza di questi pori respiratori era da legarsi alla bassa tensione notturna dell'ossigeno nelle acque basse tropicali in cui vivevano i rappresentanti di entrambe le classi. I Cistoidi vivevano fissi al fondo marino per mezzo di un peduncolo formato da numerose piastre sovrapposte che portava inferiormente ramificazioni simili a radici. All'estremità superiore del peduncolo vi era una teca formata da un'associazione di piccole piastre calcaree esagonali, pentagonali o a contorno irregolare disposte in cerchi alterni. Questa teca, di forma appiattita od ovale, su cui vi erano la bocca, l'apertura anale e 5 solchi ambulacrali, portava corte braccia semplici o ramificate formate anch'esse da piastre sovrapposte. I Cistoidi si nutrivano di piccole particelle organiche fatte convergere verso la bocca dai brachioli. Vivevano, generalmente, in acque poco profonde, anche con una certa torbidità.