Descrizione generale

Denominazione dell'ultima dinastia imperiale (mancese) che regnò in Cina dal 1644 al 1912. Intervenuti in aiuto dei feudatari latifondisti per fronteggiare un'insurrezione contadina guidata da Li Tzu-ch'eng (1605-1645) e Chang Hsien-chung (ca. 1605-1647) i Ch'ing, spodestati i Ming, portarono a termine la conquista del Paese nel giro di un quarantennio. Imposto un regime di occupazione, con guarnigioni nei punti strategici più importanti, essi rafforzarono le istituzioni feudali e accordarono alla classe dei feudatari cinesi, loro stretti alleati e base sociale del loro potere, e ai membri dell'esercito, amplissimi privilegi. Dall'epoca di Ch'ien-lung, nella seconda fase del suo regno, iniziò la crisi del regime feudale, che attraverso le tensioni del sec. XIX doveva portare alla rivoluzione del 1911 dalla quale la dinastia fu travolta. L'ultimo sovrano, minorenne, P'u Yi (Hsüan-t'ung, 1909-1912) abdicò il 12 febbraio 1912.

Arte

L'arte prodotta in Cina nel periodo della dinastia mancese fu inizialmente una continuazione delle ultime fasi di quella precedente Ming, rispetto alla quale non presentò caratteri di decadenza, soprattutto per la pittura, che si sviluppò su due direttrici ben distinte. Una conservatrice, che continuava l'indirizzo della scuola Sungkiang, è rappresentata dai “Sei grandi pittori” della scuola Lou-tung: i “quattro maestri Wang” – Wang Shih-min (1592-1680), Wang Chien (1598-1677), Wang Hui (1632-1717) e Wang Yüan-ch'i (1642-1715), autore di un'enciclopedia sulla pittura e calligrafia (P'ei-wên-chai shu-huap'u, 1708) – vicino ai quali sono da considerare Yün Shou-p'ing (1633-1690) e Wu Li (1632-1715/18). L'altra, vivacemente individualista e le cui tradizioni sopravvissero fino al sec. XVIII, è costituita da artisti diversi raggruppati (secondo l'esigenza del tempo di tutto inventariare e classificare) in scuole o gruppi non per affinità stilistiche ma per luoghi di provenienza. Tra gli artisti maggiori di questa tendenza sono da ricordare Ch'a Shih-piao (1615-1698) e Hung-jên (o Chiang T'ao, ca. 1610-1663) dei “Quattro di Hsin-an” (Anhwei); Fan Ch'i (1616-ca. 1692) e Kung Hsien (1625-ca. 1698) degli “Otto maestri di Chin-gling” (Nanchino); Mei Ch'ing (1623-1697) e Pa-ta Shan-jēn (Chu Ta, 1625/26-1705) del gruppo detto dei “Grandi individualisti”; Chin Nung (1687-1764) e Huang Shên (1687-ca. 1768) degli “Otto eccentrici di Yangchow”. Vasta fioritura ebbero nel periodo Ch'ing le arti minori, soprattutto la porcellana il cui prestigio artistico fu favorito dai tre sovrani che ne caratterizzarono gli stili e le mode (K'ang-hsi, Yung-chêng, Ch'ien-lung). "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 10 pp 364-367" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 10 pp 364-367"

Per la storia

J. R. Levenson, Liang Ch'i-Ch'ao and the Mind of Modern China, Cambridge (Massachusetts), 1953; I. Epstein, Breve storia della Cina moderna, Milano, 1956; A. Waley, The Opium War through Chinese Eyes, Londra, 1958; Chien Po-Tsan, Shao Hsun-Cheng, Hu hua, Storia della Cina antica e moderna, vol. I, Roma, 1960; G. Borsa, L'Estremo Oriente tra due mondi, Bari, 1961; V. Porcell, The Boxer Uprising, Cambridge, 1963; J. Chesneaux, L'Asia Orientale nell'età dell'imperialismo, Torino, 1969; H. Schreiber, Cina. Tremila anni di civiltà, Milano, 1980.

Per l'arte

S.-Jenyns, Later Chinese Porcelain the Ch'ing Dynasty, Londra, 1951; H. Garner, Oriental Blue and White, Londra, 1954; M. Beurdeley, Porzellan aus China “Compagnie des Indes”, Monaco, 1962; A. Boyd, Chinese Architecture and Town Planning, Londra, 1962; G. S. Martin, History of Chinese Art, Londra, 1981.

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