Cesaròtti, Melchiòrre
letterato italiano (Padova 1730-Selvazzano, Padova, 1808). Insegnante di retorica nel seminario della città natale, dopo un soggiorno a Venezia tornò a Padova, chiamato in quell'università a insegnare greco ed ebraico. Democratico convinto, aderì alla rivoluzione portata in Italia dagli eserciti francesi, scrivendo nel 1797 alcuni saggi politici: Saggio sopra le istituzioni scolastiche private e pubbliche, Il patriottismo illuminato, Istruzioni di un cittadino ai suoi fratelli meno istruiti. Colmato di onori dal governo napoleonico, scrisse in onore di Napoleone il poemetto epico La pronea. Conosciuta, nel 1762, grazie all'amico C. Sackville, la raccolta delle poesie che J. Macpherson aveva attribuito al mitico bardo gaelico Ossian, Cesarotti le tradusse nel 1763 con il titolo di Canti di Ossian e ne diede una nuova versione, ampliata e perfezionata nel 1772. Suggestionato da stimoli vichiani Cesarotti ritrovò nell'opera di Macpherson la conferma di alcune sue idee estetiche sulla poesia primitiva, più vicina alla natura e al sentimento, e ne interpretò in versi eleganti e commossi i temi più vivi, dalla descrizione di paesaggi orridi e cupi alle immagini struggenti della morte e della tomba. Non meno importante è il Saggio sopra la filosofia delle lingue (1785), nel quale Cesarotti si colloca a mezza strada tra il “rigorismo” dei puristi e il “libertinaggio” dei novatori. Le parti più vive del saggio sono la confutazione dei pregiudizi sulla purità della lingua, l'affermazione del diritto di “coniare termini nuovi” e di accettare, con discrezione, vocaboli da lingue straniere, l'esigenza di una lingua letteraria che contenga “tutte le voci e locuzioni di tutti i dialetti nazionali”.