Cecoslovàcchia
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(Česká a Slovenská Federátivní Republika). Ex stato dell'Europa centro-orientale, chiuso tra Germania, Austria, Ungheria, Polonia e Ucraina; nacque al termine della prima guerra mondiale, in seguito alla dissoluzione dell'Impero austro-ungarico, dall'unione di due regioni per molti caratteri affini: la Boemia, comprendente la Moravia, e la Slovacchia. Il nuovo Stato, pur essendo chiaramente per la sua posizione geografica e per la sua forma, allungata da E a W, un Paese di transizione tra l'Europa centrale (germanica) e orientale (slava), divenne unitariamente slavo, essendo tali entrambi i gruppi etnici che lo componevano: il ceco e lo slovacco. Passata successivamente nell'orbita dell'URSS, la Cecoslovacchia, se da un lato dovette ricercare, anche faticosamente, nuovi adattamenti alla realtà politica in cui si trovava inserita, dall'altro acquisì, grazie all'estendersi a tutto il territorio nazionale del processo d'industrializzazione già avviato dagli Asburgo in Boemia, un ruolo di primo piano nel mondo comunista. Il processo di democratizzazione avviato nel Paese sin dalla fine degli anni Ottanta determinò la dissoluzione della Cecoslovacchia come entità statuale unitaria: dopo una prima trasformazione (1990) in repubblica federativa, il 1º gennaio 1993, conformemente alla volontà popolare espressa attraverso referendum, essa venne infatti pacificamente divisa in due Stati indipendenti, la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca.