Calabrési, Luigi

commissario di pubblica sicurezza italiano (Roma 1937-Milano 1972). Entrato alla scuola di polizia nel 1965, dopo aver vinto un concorso pubblico, venne inserito nell'ufficio politico della questura di Milano. Diventato commissario nel 1968 all'inizio della stagione della contestazione, prese parte a numerose inchieste tra cui quella sull'attentato di piazza Fontana del 12 dicembre del 1969. Dopo la morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta in questura tre giorni dopo lo scoppio della bomba, iniziò una campagna mediatica contro Calabresi, soprattutto da parte del giornale Lotta Continua. Il 17 maggio del 1972 Calabresi fu assassinato in un attentato mentre si recava al lavoro. In seguito vennero accusati e condannati alcuni militanti di Lotta Continua: Leonardo Marino (poi collaboratore di giustizia e principale fonte dell'accusa) e Ovidio Bompressi come esecutori, e Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri come mandanti. La vicenda processuale dell'omicidio Calabresi fu lunga e articolata: il primo processo si aprì il 2 maggio 1990, l'ultimo (il settimo) si concluse il 22 gennaio 1997. Dopo numerosi ricorsi, richieste di revisione del processo e il pronunciamento della Corte di Strasburgo il 28 novembre 2005 venne respinta l'ultima richiesta di revisione.

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