CAN (elettronica)

sigla dell'inglese Controller Area Network, usata per indicare un sistema messo a punto dalla Bosch per ovviare al problema dell'abnorme incremento di cavi elettrici negli autoveicoli provocato dalle sempre maggiori funzioni gestite dall'elettronica. Sulla maggior parte delle vetture, ogni filo dell'impianto elettrico svolge una sola funzione: alimenta un determinato componente, o riceve o invia una certa informazione. Sulle autovetture della gamma superiore si è ormai arrivati al limite fisiologico dell'impianto tradizionale, con fasci di cavi di parecchi centimetri di diametro, per un totale di due chilometri e mezzo di filo elettrico. Una vettura con retrovisori regolabili e riscaldabili elettricamente, alzavetri a pulsante, chiusura centralizzata con antifurto, otto regolazioni elettriche e due memorie per ogni sedile, richiede oltre di 50 cavi per ciascuna porta anteriore, con notevoli difficoltà costruttive e rischi per l'affidabilità. Il CAN consente di superare la limitazione di dover attribuire a ogni filo dell'impianto elettrico una sola funzione, adottando un collegamento a rete multiplex che collega le varie centraline e trasmette su una sola linea (chiamata anche bus di dati) un gran numero di informazioni e comandi. Ciò è reso possibile dalla trasmissione seriale, ossia in rapidissima successione: in un secondo la linea può trasmettere fino a un milione di bit, poi decifrati da microcomputer collocati in vari punti dell'auto. Per una autovettura che adotta tale sistema sono sufficienti solo quattro cavi: massa, alimentazione con la tensione della batteria e due fili che trasportano i segnali. Uno dei maggiori vantaggi è quello di far dialogare le varie centraline fra loro per coordinare azioni in comune che prevedono scambi di dati in tempi brevissimi, la conferma di avere ricevuto e correttamente interpretato le informazioni, la segnalazione di eventuali errori. Il bus trasmette inoltre i dati dando priorità a quelli più importanti.