Còsimo I
granduca di Toscana (Firenze 1519-Villa di Castello, Firenze, 1574). Figlio di Giovanni de' Medici dalle Bande Nere, fu chiamato dai ceti magnatizi a succedere al duca Alessandro (1537) e, una volta al potere, intensificò l'opera di accentramento statale iniziata dal predecessore. Sconfitti i fuorusciti a Montemurlo (1537) e condannati a morte i capi superstiti, tolse poco per volta ogni valore ai vecchi uffici repubblicani assumendo tutto il potere nella propria persona. Mostrò di proteggere i ceti più bassi dalla soverchiante forza dei “grandi”; ristabilì l'ordine e la giustizia con inflessibile severità. Favorì la ripresa dei traffici e delle industrie, intraprese la bonifica delle paludi maremmane, potenziò le attrezzature del porto di Livorno, fondò l'ordine dei Cavalieri di Santo Stefano con il compito di difendere le coste toscane dalle continue insidie dei corsari barbareschi e organizzò una vera e propria milizia nazionale toscana, destinata a sottrarre il ducato alla servitù degli eserciti mercenari in caso di guerra. In politica estera, grazie all'appoggio imperiale, poté perseguire il suo disegno di espansione nella Toscana, che culminò nel 1555 con la conquista di Siena, di cui venne infeudato da Filippo II due anni più tardi. Si adoperò quindi per ottenere il titolo di granduca, che gli venne conferito nel 1569 da papa Pio V nonostante l'opposizione dell'imperatore: solo dopo la sua morte, un decreto imperiale (1576) confermò il titolo a suo figlio e successore Francesco I.