Cònsolo, Vincènzo
narratore italiano (Sant'Agata di Militello, Messina, 1933 - Milano, 2012). Si trasferì dalla Sicilia a Milano nel 1968, dopo aver insegnato in alcune scuole agrarie. Profondamente influenzato da rivoluzionari dello stile come Verga e Gadda, ha esordito con La ferita dell'aprile (1963), resoconto del clima politico e sociale del secondo dopoguerra. Con Il sorriso dell'ignoto marinaio (1976), ha riletto in chiave critica il Risorgimento attraverso documenti ricreati dalla fantasia. La stessa scrittura, preziosa senza ridondanza, che fonde in un originale impasto lingua e dialetto, tradizione e modernità, è tornata nei successivi Retablo (1987), storia di un gentiluomo milanese in fuga dal mal d'amore, Nottetempo, casa per casa (premio Strega 1992), vicenda con al centro uno scrittore alla ricerca delle proprie radici in Sicilia, e nei racconti Le pietre di Pantalica (1988). Nel 1994 ha pubblicato L’olivo e l’olivastro, riflessione sul passaggio della civiltà contadina siciliana a quella contemporanea. Anche nel saggio Di qua dal faro (2001) protagonista assoluta è la Sicilia, analizzata nella sua contraddittorietà e nelle sue bellezze. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Il corteo di Dioniso. Ha scritto anche testi teatrali, tra i quali la favola Lunaria (1985). Tra le opere più recenti ricordiamo Mediterraneo. Viaggiatori e migranti (2016), 4 liriche (2017), L'ora sospesa e altri scritti per artisti (2018), Cosa loro. Mafia tra cronaca e recessione (2018).