Céto

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comune in provincia di Brescia (76 km), 476 m s.m., 32,43 km², 1860 ab. (cetesi), patrono: sant’ Andrea (30 novembre).

Centro dell'alta Valcamonica, situato alla sinistra del fiume Oglio. Abitato fin dalla preistoria, verso la prima metà del sec. XI fu in parte del monastero di San Faustino di Brescia. In seguito divenne feudo dei guelfi Martinengo, che lo conservarono fino al sec. XIII, allorché ne fu investita la famiglia Botelli. Dal sec XV al XVIII vi ebbero giurisdizione i Gaioni.§ L'abitato, caratterizzato da tipiche abitazioni montane con atri coperti a volta, conserva nella settecentesca parrocchiale di Sant'Andrea dipinti di Pietro Scalvini (metà del sec. XVIII). In frazione Nadro si trovano resti di un castello medievale e, nella parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio, una Crocifissione di Grazio Cossali (1615).§ Al turismo, sia invernale sia estivo, si affianca l'industria, che opera prevalentemente nei settori tessile e del riciclaggio della gomma.§ Fuori dall'abitato è la Riserva Regionale Incisioni rupestri Ceto Cimbergo Paspardo, che raccoglie rocce incise dell'epoca preistorica camuna.

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