Buffon, Georges Louis Leclerc

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naturalista e filosofo francese (Montbard, Digione, 1707-Parigi 1788). Di famiglia borghese, compì gli studi giuridici ma si interessò ben presto di problemi scientifici. Eletto membro dell'Académie des Sciences, ottenne nel 1739 la carica di intendente al Jardin du Roy, dove lavorò infaticabilmente sino alla vecchiaia, ampliando questa istituzione e componendo la sua grande opera in 44 volumi, Histoire naturelle générale et particulière avec la description du Cabinet du Roy (1749-88), in collaborazione con altri studiosi fra cui l'anatomista L.-J. Daubenton. L'opera, tra i migliori testi scientifico-filosofici dell'illuminismo francese, diede un contributo decisivo alla geologia, biologia e filosofia della natura del Settecento e procurò gran fama all'autore. Alle descrizioni minuziose dei naturalisti del primo Settecento che ricercavano nella natura la perfezione meccanica del grande disegno divino, ricostruito nei termini di una scienza e di una filosofia di derivazione cartesiana, Buffon contrappose una visione plastica e immediata degli animali, specialmente quadrupedi e uccelli, più vicini all'esperienza quotidiana dell'uomo agricoltore e cacciatore, e nello stesso tempo elaborò una nuova concezione della scienza e della natura, superando, sulla scorta di Newton e Locke, la concezione meccanicistica cartesiana: la materia non è passiva, ma attiva. La natura non deve quindi essere riportata a un disegno statico e prestabilito, ma a un ordine autonomo di leggi, a un processo continuo di interazione fra cause ed effetti che deve essere seguito risalendo al passato. In tal modo la storia naturale diviene storia della natura. La sua grande opera inizia infatti con una Histoire et théorie de la Terre, una trattazione geologica e cosmologica (integrata nel 1778 con le Époques de la nature) nella quale Buffon rompe con la cosmogonia mosaica e suppone che la Terra abbia ca. 75.000 anni e che la causa più importante delle sue trasformazioni non sia stato il diluvio biblico, ma l'insieme di fattori naturali che agiscono lentamente e continuamente, come il calore e l'erosione delle acque. Qui, tra l'altro, espone la nota ipotesi sull'origine della Terra staccatasi dalla materia incandescente del Sole per l'urto di una cometa e sulla cui superficie, raffreddatasi in epoche successive, la vita è sorta per effetto delle sole forze naturali. A fondamento materiale della vita Buffon pone le molecole organiche, una sorta di atomi vitali indistruttibili che si aggregano e disgregano formando gli organismi, e in base a questa teoria sviluppa una concezione biologica generale che, pur apparendo speculativa, contribuì al superamento della concezione preformista della generazione e condusse a una nuova teoria epigenetica dello sviluppo. Buffon, elaborando una concezione già proposta da Maupertuis, pensa che le molecole organiche contenute nel cibo vengano assimilate dai vari organi, dove subiscono l'effetto di un'impronta, di uno stampo interno tipico di ciascuna specie. Le molecole sovrabbondanti, raccolte negli organi genitali e quindi nel seme maschile e femminile, si mescolano nel concepimento e ognuna si dispone a costituire l'organo corrispondente a quello da cui deriva, spiegando in tal modo sia la somiglianza di un figlio con ambedue i genitori sia i processi di rigenerazione. Benché sostenitore della generazione spontanea, Buffon ritenne che il preciso ordine delle molecole organiche e delle forze a esse inerenti comportasse una costante riproduzione della specie e concepì la specie come l'unico concetto valido nello studio delle forme viventi; respinse quindi come artificiali tutte le categorie introdotte per la classificazione polemizzando in particolare con Linneo, che pose divisioni arbitrarie nella natura, per sé caratterizzata da una continuità completa di tutte le forme e di tutti i processi. Pur sostenendo questa continuità, che lega tutti i viventi alla trasformazione storica della Terra, Buffon non accettò la concezione evoluzionistica, proposta in particolare da Maupertuis; ritenne che soltanto alcune specie siano derivate da altre, in genere per un processo degenerativo e che varietà e razze siano sorte per effetto del clima e delle condizioni ambientali. Così nella Histoire naturelle de l'homme e in altri scritti sostenne l'unità della specie umana posta in dubbio da vari contemporanei che tendevano a fare di ogni razza una specie distinta.

Bibliografia

R. Heim, Buffon, Parigi, 1952; O.E. Fellows, St.-F. Milliken, Buffon, New York, 1972; Y. Gaillard, Buffon, biographie imaginaire et réelle, Parigi, 1977; P. Gascar, Buffon, Parigi, 1983.

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