Bosquet, Alain
nome con cui è noto lo scrittore francese di origine russa Anatole Bisk (Odessa 1919-Parigi 1998). Come poeta si ricollega all'esperienza surrealista: come i surrealisti crede unicamente nel potere del linguaggio, solo capace di ricostruire e tenere uniti gli elementi dispersi della realtà e dello spirito, perpetuamente minacciati di disintegrazione. Tra le sue raccolte poetiche ricordiamo: À la mémoire de ma planète (1948; Alla memoria del mio pianeta), Premier Testament (1957; Primo Testamento), Cent notes pour une solitude (1970; Cento appunti per una solitudine), Le tourment de Dieu (1987; Il tormento di Dio). La stessa problematica disperata riaffiora nei romanzi: La grande Eclipse (1952; La grande eclisse), Un besoin de malheur (1963; Un bisogno di sventura), Les bonnes intentions (1975; Le buone intenzioni), e Le métier d'otage (1989; Il mestiere dell'ostaggio). Disperati, amari, i protagonisti dei libri di Bosquet mantengono inalterate le loro caratteristiche nella produzione di fine anni Ottanta. Ricordiamo le poesie delle raccolte Bourreaux et acrobates (1989; Carnefici e acrobati) e Capitaine de l’absurde (1990; Capitano dell'assurdo) che riflettono le contraddizioni del mondo contemporaneo. Fra le sue opere in prosa, importante è la ricostruzione della vita letteraria del secolo in La mémoire et l’oubli (1990, La memoria e l'oblio); mentre in Claudette, comme tout le monde (1991; Claudette come tutti) descrive con sensibilità la tristezza di una donna che si confessa davanti a un dittafono. Nel testo teatrale Un détenu à Auschwitz (1991; Un detenuto ad Auschwitz) Bosquet immagina che Kafka non sia morto nel 1924 ma che sia rimasto nascosto fino al 1944, morendo in un campo di concentramento. Sconvolto dal frazionamento dell'impero sovietico, Bosquet scrisse La Russie en lambeaux (1991; La Russia in pezzi) e qui preconizzò una catastrofe imminente dovuta al livellamento sul modello americano, dominato, a suo vedere, dalla più grande povertà spirituale. Bosquet è tornato anche alla saggistica con un libro sulla scultura Bronze, marbre Ipoustéguy: notes sur la sculpture (1995; Bronzo, marmo Ipoustéguy: note sulla scultura) e delineando alcuni acuti ritratti di artisti (Breton, Cocteau) in Les fruits de l’an dernier (1996; I frutti dell'anno scorso).