Boscovich, Ruggèro Giusèppe
scienziato e filosofo dalmata (Ragusa, oggi Dubrovnik, 1711-Milano 1787). Gesuita, insegnò fisica e matematica al Collegio Romano (1740) poi all'Università di Pavia (1764) e infine nelle scuole Palatine di Milano dove fondò e attrezzò l'Osservatorio Astronomico di Brera. Svolse missioni diplomatiche, viaggiò a lungo in Europa, soggiornando in varie capitali e allacciando relazioni con i principali esponenti della cultura. Allo scioglimento della Compagnia di Gesù, passò in Francia (1773) rimanendovi dieci anni come direttore del Servizio di ottica della Marina. In questo periodo condusse ricerche intese a determinare l'orbita delle comete e progettò un esperimento col quale si sarebbe dovuto misurare l'aberrazione della luce. Tra le molteplici attività svolte dal 1740 sono da ricordare gli incarichi di supervisione e consulenza tecnica in opere di ingegneria, bonifica e idraulica; con C. Maire misurò l'arco di meridiano tra Roma e Rimini, contribuendo a definire una carta topografica dello Stato Pontificio. Sostenitore e divulgatore delle teorie newtoniane, nella sua opera Theoria Philosophiae Naturalis (1758) affermò il valore universale dell'attrazione in tutti i fenomeni fisici e concepì la materia come costituita da un insieme di punti materiali indivisibili e inestesi, centri di forze attrattive e repulsive funzioni della distanza reciproca, concetto questo precorritore delle moderne vedute di fisica atomica e che esercitò molta influenza sui fisici del sec. XIX. Boscovich estese tale teoria alla concezione della realtà intesa come costituita da sostanze semplici inestese prive di qualsiasi forma di coscienza e quindi incapaci di progresso verso attività spirituali, benché interagenti reciprocamente per volontà divina. In Italia curò e pubblicò l'edizione globale delle sue opere (Opera pertinentia ad opticam et astronomiam, 1785).